Una grattugiata in orbita

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«Dopo le elezioni del 1951 il generale de Gaulle sbuffò: “Non si può governare un Paese che ha 256 tipi di formaggi”.

All’epoca dell’invasione nazista della Francia, Winston Churchill aveva dichiarato invece alla stampa: “Una nazione capace di dare al mondo trecento diversi formaggi non può morire!”.

Si tratta di intendersi, ma con i formaggi non si scherza. Tanto per evitare contestazioni, nella scelta filosofica tra Pecorino, Grana Padano, Gorgonzola, Taleggio, Fontina, Asiago, e via elencando, Umberto Guidoni, romano, astronauta dello shuttle Endeavour destinato alla stazione orbitante Alpha, ha deciso: Parmigiano Reggiano. Non sappiamo quanto se n’è portato dietro, se una scheggia, tanto per gradire, o una forma, tanto per esagerare.

Le cronache riferiscono che il suo collega canadese Chris Hadfield ha scelto come scorta alimentare salmone affumicato, e vabbè, e snack al bue muschiato, forse per fare imbufalire gli animalisti.

Fin qui si direbbe che quest’ultima missione spaziale sia la parodia di qualche film di fantascienza, tipo «2001 odissea nello spaccio». Ma a ben vedere, la scelta di Guidoni è innovativa: di solito gli italiani all’estero si portavano dietro pacchi di pasta. Ma, punto primo: lo spazio si può considerare “estero”? E, punto secondo: forse è la volta buona che si riesce ad andare fuori d’Italia senza fare la figura dei “maccaroni”.

Qualche dubbio, per la verità, rimane. Che cosa succede con il formaggio in assenza di gravità? Ad esempio, non si vorrebbe che una grattugiatina fresca fresca, consigliata da tutti gli chef più prestigiosi, si trasformasse in una nevicata di particelle formaggesche, riducendo la navetta a una palla di vetro da souvenir. E poi, visto che il parmigiano fa venire sete, non si ha notizia di un’eventuale scorta di vino: un Lambrusco? un Sorbara? un Trebbiano? Oppure, vista la romanità di Guidoni, una bottiglia dei castelli, un Frascati? L’unica certezza è che questa missione spaziale era un’operazione di alta tecnologia; ora è diventata un’operazione di alta gastronomia. Non si sa se augurare ai “gastronauti” buona fortuna, oppure buon appetito».

Edmondo Berselli, Una grattugiata in orbita, da “Sole 24 ore”, 22.04.2001, p. 1.