Le prime notizie dell’esistenza di questa pieve – situata nei pressi del comune di San Secondo (Pr) – datano addirittura al 1016, anno in cui la chiesa è sottoposta a grandi riparazioni: questo fatto lascia intuire che l’edificio esistesse già da tempo. Pare, infatti che la pieve ci fosse già nel IX secolo, forse fondata dai canonici del Capitolo della Cattedrale di Parma. È poi indicata in modo chiaro in un documento del 1084 e in seguito in documenti del 1179 e 1188, ma la qualifica di pieve arriva solo nel 1195 quando in un documento datato 31 ottobre un certo Giovanni di San Secondo ottiene terre di proprietà del capitolo della cattedrale “cui sunt fines a mane plebis Sancti Genesii”, che confinano con la Pieve.
Nel XIII secolo la Pieve è ricostruita sull’edificio precedente a causa di un’alluvione del Taro che innalza il piano della campagna. Dopo essere stata una delle pievi più importanti del XIII secolo, la sua autorità via via si indebolisce per lo sviluppo urbano di San Secondo che la allontana dal centro politico e religioso. Nel 1450, per volere di Pier Maria Rossi, è costruita la Collegiata della Beata Vergine Annunciata e l’importanza di San Genesio decade perdendo la sede di parrocchia nell’agosto 1470.
A due chilometri dal centro abitato, in aperta campagna, inizia una lenta agonia. Nel 1670 la chiesa è riparata, nel 1787 sono asportate tre campate e la navata centrale è ridotta a semplice oratorio dedicato alla Madonna di Caravaggio. E dove sono le navate laterali vengono ricavate un’abitazione colonica e un magazzino. In stato di totale abbandono, nel 1962 crolla una parte del tetto lasciando presagire l’imminente crollo dell’intera struttura lesionata in più parti. Un radicale intervento fra il 1967 e il 1972, sotto la direzione della Sovraintendenza dell’Emilia, avvia lavori di consolidamento della struttura per scongiurare il crollo e per riportare la Pieve all’aspetto originario a tre navate e il tetto all’altezza originaria. Terminati i lavori, è riconsacrata.
Nel verde dei campi e circondata da canali, San Genesio rispecchia i canoni dello stile romanico, fatta con materiale recuperato da antiche costruzioni romane (in particolare la zona inferiore, sotto il piano della campagna). Allo stato attuale si presenta con una pianta a tre navate, quattro campate e tre absidi. L’abside centrale, a pianta semicircolare, termina con una cornice di mattoni e ha piccole monofore a tutto sesto.