Un oggetto… da collezione: La grattugia

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A cura di Filippo Fontana

 

Un riccio dagli aculei appuntiti, un bracciale d’acciaio, una scatola di legno e metallo, un parallelepipedo di materiale plastico possono avere una stessa funzione? Stando alla curiosa collezione presente al Museo del Parmigiano Reggiano di Soragna si potrebbe dire di sì. Ma avete capito di cosa stiamo parlando? È una raccolta di oggetti che noi conosciamo benissimo, che tutti noi abbiamo in casa e utilizziamo forse tutti i giorni: è la grattugia. E al Museo del Parmigiano Reggiano sono conservati esemplari dalle forme più diverse e curiose.

La grattugia, classico utensile da cucina, affonda le sue radici nell’antica Grecia e nell’Impero Romano. Citata già nell’Iliade di Omero, questo strumento ha resistito al passare dei secoli, mantenendo la sua forma e la sua utilità fondamentale. Una testimonianza viva della sua storia millenaria si trova nel Museo del Parmigiano Reggiano di Soragna, dove è conservata la grattugia più antica.
Le prime grattugie risalgono ai tempi degli antichi Greci, degli Etruschi e dei Romani, realizzate in bronzo e utilizzate per triturare formaggi e altri alimenti. Nel corso dei secoli, la grattugia è rimasta sostanzialmente la stessa, con alcune modifiche nella forma e nei materiali, ma mantenendo la sua eterna funzionalità. Infatti, Umberto Eco la definisce la “tecnologia perfetta” in cui forma e sostanza sono intrecciate e creano un’immutabilità nel tempo.
Nella seconda metà del Novecento, la grattugia ha conosciuto una nuova fase di interesse da parte di designer e progettisti, che hanno arricchito il suo design e le sue funzionalità, aggiungendo elementi di servizio per renderne l’impiego ancora più agevole e pratico.
Oggi, disponibile in una vasta gamma di materiali e forme, la grattugia rimane un elemento indispensabile in ogni cucina, unendo storia, tradizione e funzionalità senza tempo.
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