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Assessore Provinciale Agricoltura e Attività Produttive
Caterina Siliprandi
Assessore Provinciale Turismo

I “Musei del Cibo” che l’Amministrazione Provinciale di Parma intende realizzare non rappresentano in sé un’idea originale; ma certamente singolare è il caso che si pensino ben tre unità, dislocate sul territorio, che si progettino in rete e secondo un unico concetto guida.

Territorio “arte del fare il cibo” divengono così un tutt’uno non per un’invenzione, ma perché così è la storia che nel tempo ha plasmato quegli straordinari prodotti che sono i nostri salumi, il nostro formaggio, le conserve di pomodoro che non sono “nostre”, ma che a Parma hanno trovato nell’ultimo secolo la loro capitale.
I Musei, così come li ha pensati il gruppo che ha lavorato al “concept” da ottobre 1999 ad oggi, vogliono essere sì luogo della memoria e monumento – dovuto – alle passate generazioni, ma anche teatro dell’oggi che illustrano e dimostrano il valore dei nostri prodotti più che mai protagonisti del mangiare all’italiana.
È importante sottolineare come i Musei nascano contestualmente agli “itinerari eno-gastronomici” che l’Amministrazione Provinciale sta disegnando e dei quali saranno tappe importanti, saldamente legate al territorio.
La combinazione può essere eclatante in termini di attrattività per le nostre giovani generazioni, contribuendo a fare con loro cultura; ma anche per i forestieri, sperando così di contribuire un poco e dare fondamento a quel ruolo che Parma, a buon diritto, si sta guadagnando in Europa e non solo.

Premesse
* Parma vanta alcuni prodotti, nel settore agro-alimentare, di altissima qualità noti a livello nazionale e internazionale (Parmigiano Reggiano, Prosciutto di Parma e salumi tipici, Culatello, Salame Felino, Coppa di Parma, Vini dei Colli di Parma, Porcino della Valtaro, Pomodoro) ed altri ancora ben noti a livello locale.
* Il turismo eno-gastronomico è in forte crescita sia a livello quantitativo che qualitativo, a livello nazionale ed internazionale. Non a caso la stampa turistica e culturale dedica sempre maggiore attenzione a questo settore, specialmente di fronte a proposte definite. A livello regionale e internazionale stanno aumentando sempre più gli “Itinerari dei vini e dei sapori“, gli “Itinerari del gusto“, “Le vie del vino“, …
* I prodotti tipici valorizzano l’immagine e qualificano l’intero territorio.
* A Parma hanno sede alcune Aziende prestigiose del settore (Barilla, Parmalat, Industrie conserviere, Consorzio del Parmigiano, Consorzio del Prosciutto, Consorzio del Culatello) e tutta l’economia parmense è positivamente influenzata dallo sviluppo di questo settore.
Obiettivi
* Oltre a valorizzare i singoli prodotti “raccontati”, l’economia e la cultura locale, i “Musei del cibo” favoriranno la costruzione di un nuovo prodotto turistico, sviluppando luoghi di attrazione per turisti insieme agli itinerari eno-gastronomici, che si integrano e sviluppano con quelli classici già esistenti sul territorio.
* I Musei contribuiranno a valorizzare i luoghi di produzione tipica già “viventi” sul territorio, curando in particolare quelli più idonei per storia, processo e qualità, da inserire negli itinerari turistici, facendoli interagire con i musei stessi, con gli eventi in programma e con gli itinerari eno-gastronomici.
* Qualificheranno l’intero territorio attraverso la cultura gastronomica, sia favorendo una crescita culturale nel settore dei residenti e, in particolare, dei giovani, sia caratterizzando la qualità e l’immagine dei singoli prodotti tipici, del distretto agro-alimentare e del turismo gastronomico.
Focus
In seguito ad un approfondito studio preliminare è emersa la particolare tipologia dei musei, deputati a trasmettere la conoscenza dei processi di produzione di tre prodotti protagonisti dell’agro-alimentare nel parmense: Parmigiano Reggiano, Prosciutto e salumi tipici, Pomodoro.
Per la loro specificità i percorsi espositivi dovranno:
– risultare particolarmente coinvolgenti ed emozionali;
– raccontare una storia e non solo mostrare delle cose;
– coinvolgere tutti i sensi (e non solo la vista);
– consentire la degustazione e l’acquisto del prodotto e di merchandising ad esso correlato
Inoltre la dislocazione sul territorio dovrà avvalersi di risorse economiche, organizzative e umane da individuarsi di comune intesa con gli Enti locali, Associazioni e Gruppi di volontariato, ottimizzando così un ruolo di promozione e coordinamento proprio dell’Amministrazione Provinciale.

G.Venturini, “Punta” di Parmigiano Reggiano pronta per il consumo, 1937

Cultura dei prodotti tipici e territorio: queste le chiavi di volta del progetto “Musei del Cibo” voluto dall’Amministrazione Provinciale di Parma e coordinato dagli Assessorati all’Agricoltura e al Turismo. Nati dopo un attento percorso progettuale intrapreso a partire dal 1999, sono oggi organizzati in una Associazione culturale.

Parma, Food Valley italiana, vanta prodotti tipici d’eccellenza, frutto di tradizioni ed esperienze secolari e campioni di qualità gastronomica. E questa ricchezza merita di essere conosciuta, oltre che sulla tavola, anche dal punto di vista storico, culturale e turistico. È così maturata l’idea di progettare e realizzare una rete di Musei, strategicamente inseriti nel territorio, dedicati a “raccontare” il formaggio Parmigiano Reggiano, i Salumi tipici – Prosciutto, Culatello, Salame, Spalla, Coppa, … – ed il Pomodoro, che, oriundo dalle Americhe, ha trovato a Parma una delle aree di elezione per la sua coltivazione e trasformazione.
Lo stretto rapporto con il territorio rappresenta un aspetto strategico del progetto. È infatti una delle caratteristiche peculiari della “tipicità” e costituisce un elemento significativo di promozione e valorizzazione turistica.
I Musei del Cibo vengono così ad inserirsi in maniera naturale nei percorsi eno-gastronomici varati dall’Amministrazione Provinciale, e vanno ad arricchire ulteriormente aree già punteggiate da emergenze paesistiche, storiche ed artistiche di rilievo: il Museo del Parmigiano Reggiano ha sede nello storico Casello ottocentesco che sorge all’ombra della Rocca Meli-Lupi di Soragna, in un’area ricca di castelli e di ricordi verdiani; il Museo dei Salumi tipici sorge a Langhirano, nell’ex Foro Boario, in una zona fortemente caratterizzata dalla lavorazione delle carni suine e dalla stagionatura; il Museo del Pomodoro è ospitato a Giarola, nel comune di Collecchio, all’interno di una monumentale corte agricola Benedettina del XIII secolo, da sempre deputata alla produzione agricola, all’allevamento del bestiame e – in tempi a noi più prossimi – alla trasformazione industriale del pomodoro, posta a ridosso del corso del fiume Taro e sede dell’omonimo Parco Regionale, importante area protetta per le emergenze naturalistiche, ubicata nei pressi dell’altro, importante Parco storico dei Boschi di Carrega e lungo la direttrice della Via Francigena, ricca di memorie e monumenti dell’epoca medievale.
Dopo un anno di studi, ricerche e approfondimenti condotti da un Gruppo di Lavoro che metteva “a fuoco” le dinamiche del progetto, il 24 gennaio 2001 veniva costituito il Comitato Promotore dei Musei del Cibo, cui aderivano, oltre all’Amministrazione Provinciale, i Comuni di Soragna, Langhirano e Collecchio, interessati dagli interventi, i Consorzi di tutela dei Prodotti Tipici, (Consorzio del Parmigiano Reggiano; Consorzio del Prosciutto di Parma; Consorzio del Culatello), la Camera di Commercio di Parma e le Associazioni economiche di categoria (CNA, GIA, APLA, API, ASCOM, Confesercenti, Confederazione Italiana Agricoltori, Federazione Provinciale Coldiretti, Unione Provinciale Agricoltori).
Il Comitato Promotore a sua volta, nominava un apposito Comitato Scientifico incaricato di stendere i progetti culturali, attuativi e di valorizzazione dei Musei, così da giungere entro l’anno alla fase esecutiva, mentre la SOPRIP (Società Parmense Insediamenti Produttivi) svolgeva un’indagine sulle modalità di gestione dei Musei e sulle  potenzialità turistiche del circuito.
La valorizzazione culturale dei prodotti tipici che hanno reso famosa ed apprezzata nel mondo l’immagine di Parma avrebbe trovato nei Musei del Cibo un luogo privilegiato di approfondimento: la tradizione storica del prodotto, i documenti, le macchine e gli attrezzi per la lavorazione e per la comprensione dell’intero “processo”, le immagini della comunicazione, fino all’assaggio del prodotto stesso avrebbero costituito gli elementi caratterizzanti degli allestimenti espositivi.
Parallelamente nasceva una serie di iniziative “Verso i Musei del Cibo”, tese ad approfondire, attraverso esposizioni e giornate di studio, singoli temi o aspetti.
Venivano così organizzati:
· Il 17 giugno 2000 “Rosso Parma – Il Pomodoro dalle origini ad oggi”, giornata dedicata al Pomodoro a Parma, a Palazzo Soragna, presso la sede dell’Unione Parmense degli Industriali, dove veniva parallelamente allestita una mostra documentaria;
· Il 1 settembre 2001 “Dolce Parma – Prosciutto e salumi parmigiani dalle origini ad oggi” presso il Castello di Felino con la mostra collaterale “Porco Mondo”   tenutasi nella “Sala dei Tartari” del Municipio nel contesto della Festa settembrina del prosciutto a Langhirano;
· Il 7 settembre 2002 “Parma in forma – Il Parmigiano Reggiano tra storia e attualità” al Castello di Montechiarugolo.
Parallelamente il Comitato promotore, autotassandosi, finanziava la stesura dei progetti preliminari di attuazione, affidati a noti professionisti locali del settore, mentre il Comitato Scientifico elaborava, in stretto rapporto con i progettisti, i percorsi espositivi dei singoli Musei.
Grazie al finanziamento della Comunità Europea, della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Parma, dei Comuni coinvolti e delle Fondazioni Bancarie locali – Fondazione Cariparma e Fondazione Monte Parma – era possibile dare l’avvio ai lavori di restauro degli immobili, di proprietà pubblica (Langhirano, Collecchio) o affidati in comodato ad un ente pubblico (Soragna).
All’interno del Comitato Scientifico venivano identificati i curatori incaricati al progetto dei singoli Musei, iniziava la ricerca dei materiali, il lavoro di documentazione, le campagne fotografiche sul campo, mentre si lavorava alla comunicazione integrata (Marchi, sistema di comunicazione, Sito internet, eventi, …).
Mentre il Comitato promotore il 29 ottobre 2003 si scioglieva, avendo raggiunto i propri obiettivi, veniva contestualmente costituita, con gli stessi attori, la neonata “Associazione dei Musei del Cibo della Provincia di Parma” incaricata della gestione del patrimonio museografico.
Intanto fervevano i lavori. Nel giugno del 2003 si erano conclusi gli interventi di restauro dell’antico Casello, ed iniziava l’allestimento. A Langhirano giungevano a termine, nel novembre, i complessi lavori di ristrutturazione del Foro Boario, permettendo così l’inizio dell’allestimento museale nel corso dell’inverno, finalizzato all’apertura nella primavera 2004. Alla corte di Giarola il primo stralcio dei lavori di ristrutturazione, poteva, invece, partire solo nel 2004.

 

Il 29 novembre 2003 veniva ufficialmente inaugurato e aperto al pubblico, a Soragna, il Museo del Parmigiano Reggiano.
Il 2 maggio 2004 veniva ufficialmente inaugurato e aperto al pubblico, a Langhirano, il Museo del Prosciutto e dei Salumi parmigiani.
Il 28 ottobre 2004 veniva ufficialmente inaugurato e aperto al pubblico, a Felino, il Museo del Salame.
Il 28 settembre 2010 veniva ufficialmente inaugurato e aperto al pubblico, alla Corte di Giarola, vicino Collecchio, il Museo del Pomodoro.
Il 10 maggio 2014 veniva ufficialmente inaugurato e aperto al pubblico, alla Corte di Giarola, vicino Collecchio, il Museo della Pasta a completamento del già esistente Museo del Pomodoro.
Il 17 maggio 2014 veniva ufficialmente inaugurato e aperto al pubblico, nelle cantine della Rocca Sanvitale di Sala Baganza, la Cantina dei Musei del Cibo o Museo del Vino.
Il 5 marzo 2016 veniva ufficialmente inaugurata e aperta al pubblico la Sala Degustazione del Museo del Vino di Sala Baganza.
Il 9 aprile 2016 veniva ufficialmente inaugurata e aperta al pubblico la Sala Didattica dei Musei del Pomodoro e della Pasta a Collecchio.

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