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Home/Scopri il museo/Intorno al museo: Soragna, un paese a portata di… piede

Importante centro agricolo, le cui origini sono già documentate nel 712 d.C. in un diploma di Liutprando, Soragna divenne, dal 1198, proprietà della famiglia Lupi, che nel 1347 ebbe da Carlo IV l’investitura feudale sul territorio, governandolo fino alle soppressioni napoleoniche. Nel 1530 i marchesi Lupi unirono il proprio nome a quello dei cremonesi Meli e ottennero, nel 1709, il titolo di principi del Sacro Romano Impero.

L’antico borgo testimonia ancor oggi la propria conformazione di città murata, acquisita a partire dal XIV secolo con la costruzione della rocca dei Marchesi Lupi poi divenuti Principi Meli Lupi.

Il visitatore, percorrendo un itinerario urbano ad anello, incontra monumenti e scorci che rimandano al passato di questa piccola capitale di uno feudo imperiale, con la sua Corte e i suoi edifici di rappresentanza.

Mappa del percorso

L’itinerario

Il Museo del Parmigiano Reggiano a Soragna (PR), punto di partenza del percorso (Foto L. Rossi).

Partendo dal Museo del Parmigiano Reggiano, percorrendo il breve tratto di via Volta verso il centro (a sinistra, sulla facciata di una casa, targa e busto in memoria di Giuseppe Mazzini) e svoltando a destra su viale Giuseppe Verdi costeggiando il muro di cinta del parco della rocca principesca, si passa dinnanzi al Parco delle Rimembranze.

02a – Il Monumento ai Caduti della Grande Guerra opera dello scultore toscano Giacomo Zilocchi: la Vittoria alata protegge i militi sulla facciata principale.

Al centro del parco, in fregio alla facciata delle Scuole Comunali, il pregevole monumento ai Caduti della Prima Guerra mondiale opera di gusto liberty dello scultore toscano Giacomo Zilocchi, originario di Pietrasanta su progetto architettonico dell’architetto parmigiano Ennio Mora.

L’opera ha la configurazione di una alta stele quadrangolare a piani digradanti sui cui lati est e ovest sono iscritti i nomi dei 115 Caduti soragnesi nel primo conflitto. Sul lato anteriore il gruppo in bronzo raffigura la Vittoria che regge un ramo di alloro (simbolo della gloria immortale) e protegge con le sue ali i combattenti armati di scudi tondi e corte daghe, riferimento alla battaglia delle Termopili. Sul lato nord, prospettante la scuola, un secondo gruppo statuario raffigura militi con gli attributi dei differenti Corpi che hanno combattuto e sono morti per la Patria: da sinistra, il bersagliere Enrico Toti, l’aviatore Francesco Baracca, gli Alpini Cesare Battisti e Fabio Filzi, il tenente di vascello Nazario Sauro.

Il Parco delle Rimembranze, dalla caratteristica configurazione all’inglese, venne realizzato dall’Amministrazione comunale per ricordare, con il monumento, i Caduti della Grande Guerra e venne inaugurato il 5 settembre 1926.

Proseguendo per viale Verdi in direzione est, dopo pochi passi si arriva alla piazzetta porticata con la chiesa della Beata Vergine del Carmine.

03 – La facciata della Chiesa di San Rocco o della Beata Vergine del Carmine con la sua piazzetta

Fondata dal marchese Diofebo III Meli Lupi nel 1661 venne donata ai Padri Carmelitani. La chiesa, pregevole per l’assenza di ornamenti di epoca posteriore alla sua costruzione, si presenta al visitatore nel suo primitivo aspetto architettonico. L’interno è composto da tre navate divise da pilastri. Di significativa importanza è l’altare maggiore in stile barocco, tutto intarsiato di marmi pregiati, ornato di colonne recanti ai lati lo stemma dei Meli Lupi (Alvise da Cà – 1707). Ha la forma di un tempietto nel quale è custodita la statua della Madonna del Carmine con Bambino. Alle pareti laterali si trovano quattro tele sempre del XVIII sec. Ricordiamo inoltre l’organo a tre registri e quattro mantici costruito da Fra Giuseppe Dotti e il mobile che lo ospita con cantoria opera del falegname soragnese Giambattista Galli.

04b – Facciata dell’oratorio di Sant’Antonio in piazza Garibaldi

Proseguendo verso sud, oltrepassato il caratteristico portale di accesso al parco della Rocca Meli Lupi, si arriva alla piazza Garibaldi, attorniata dai caratteristici portici colonnati (sul muro del civico 20 il busto dell’Eroe dei due mondi posato nel 1888), dove si apre l’oratorio di Sant’Antonio. Realizzato nel 1696 su progetto di Francesco Galli Bibbiena, sorge sulla piazza principale del paese. L’interno è a pianta rettangolare con abside semicircolare e gioca stilisticamente sull’importante soluzione delle copie di colonne che creano un interessante chiaroscuro spaziale. Tutto l’apparato decorativo dell’oratorio è opera del cremonese Giovanni Mercoli (1698). Opera d’arte da segnalare: due ovati posti sugli altari laterali (Giovanni Bolla, 1698); ancona in legno dorato di gusto tardo cinquecentesco (1688); un organo a sette registri (Fra G. Dotti, 1704) con relativo mobile e cantoria opera di Giambattista Galli; l’altare maggiore sempre in legno, opera dell’intagliatore Giulio Seletti di Parma.
Sulla loggia esterna, realizzata nel 1805 su progetto dell’architetto Angelo Rasori in stile neoclassico, è situata la statua di terracotta con il santo dello scultore parmigiano Giuseppe Carra (1806).

05 – Il borgo di Soragna visto dall’alto denota la chiara urbanistica rinascimentale

A questo punto, raggiungendo l’angolo sud-ovest della piazza, là dove si apre la piazzetta Riccio da Parma, si percorre sulla destra uno stretto passaggio pedonale che ci permette di sbucare su via Cavour e sul fianco della Rocca, di cui si nota l’ampio fossato erboso. Svoltiamo a sinistra: addentrandoci nei vicoli, è possibile percepire la struttura urbanistica del piccolo centro della bassa. Razionalmente organizzato in isolati regolari e paralleli ci racconta una pianificazione che rimanda all’inizio del XVI secolo, riprendendo i canoni umanistici delle città romane, con la volontà di realizzare una sorta di esempio di buon governo.

06a – La Sinagoga ebraica di Soragna: l’interno, di gusto neoclassico, è databile al 1855

Si sbuca quindi in via Cavour, nei pressi della Sinagoga, preziosa testimonianza dell’importanza che, nei secoli, hanno avuto le comunità ebraiche nel parmense. Qui è ospitato anche il Museo Ebraico “Fausto Levi” che promuove ogni anno eventi culturali, corsi, concerti, concorsi per le scuole, incontri di dialogo, confronto e spiritualità tra diverse realtà del territorio. Il Tempio, realizzato nel 1855, ha forme neoclassiche con eleganti colonne e capitelli corinzi (stucchi di A. Rusca).
Sui soffitti interessanti dipinti a finto rilievo, decorazioni floreali e rappresentazioni della simbologia biblica, opera dell’artista locale Giuseppe Levi.
Pregevoli per lo stile neoclassico-impero le porte dell’Arca Santa dove sono custoditi i rotoli della Bibbia. Le grate del matroneo come i grandi candelabri sono in bronzo di fusione dorato. L’annesso museo ebraico conserva interessanti arredi e documenti provenienti da scomparse comunità israelitiche.

Una volta tornati su via Cavour, è d’obbligo un passaggio all’interno della chiesa di San Giacomo, oggi sede della Parrocchia della Sacra Famiglia, pochi passi più avanti verso sud.

07b – Interno della chiesa parrocchiale di San Giacomo oggi santuario della Sacra Famiglia

Eretta fra il 1755 e il 1769 per merito dell’arciprete don Giuseppe Mazzieri è una costruzione sobria, basata sulla pianta quasi centrale, giocata spazialmente su quattro pilastri al centro che sorreggono una volta emisferica.
Nell’interno si trovano numerose opere, tra cui un gruppo statuario in marmo bianco raffigurante il Cristo morto (Alvise da Cà – 1708), una statua lignea della Madonna Addolorata (Lorenzo Aili – 1701), un organo costruito dai fratelli Serassi (1803), una Via Crucis in scagliola policroma (Emilio Trombara – 1905), un credenzone da sacrestia (G. e F. Galli e V. Biazzi), l’altare di San Giacomo in legno dorato (sec. XVIII).

Usciti dalla parrocchiale, sulla sinistra si nota il Municipio con i caratteristici portici, eretto nel Settecento e ampliato nel 1850 unendo due corpi preesistenti, e sulla destra la mole monumentale della rocca Meli Lupi.

08a – La Rocca Meli Lupi di Soragna vista dall’esterno.

Il maniero, a pianta quadrata con quattro torri angolari e una al centro della facciata, è circondato da un ampio fossato a sud e a est. Costruito nella seconda metà del Trecento dai marchesi Bonifacio e Antonio Lupi su licenza del duca Gian Galeazzo Visconti, trasformato in sontuosa dimora alla fine del Seicento e ulteriormente modificato nel XVIII secolo dall’architetto Angelo Rasori, appartiene ancora oggi alla famiglia dei suoi fondatori.

Al pianterreno, si apre il salone degli stucchi con affreschi dei Galli Bibbiena del 1696, e la sontuosa galleria dei poeti, edificata nel 1792 e ornata da busti e affreschi. Al piano superiore, si snodano tre gallerie decorate dai Bibbiena, con affreschi che illustrano le imprese della famiglia Meli Lupi, dalle quali si accede all’appartamento nobile, arredato con mobili d’epoca.

Usciti dalla Rocca, si scorge dinnanzi a sé il volto di via Roma, che, una volta raggiunto percorrendo sulla destra piazza Principe Bonifacio di Soragna, quindi via XX settembre e infine un tratto di via Galeotti verso est, ci permette di vedere la cortina di edifici che componeva una delle difese del borgo. Oltrepassato l’arco, dopo una cinquantina di metri si raggiunge il percorso pedonale che, sulla destra, costeggiando le mura esterne del Borgo e del Parco, riconduce al Museo del Parmigiano Reggiano.