ANDAR PER PIEVI LUNGO LE STRADE DEI MUSEI DEL CIBO – L’Abbazia di Fontevivo e la madonna di Benedetto Antelami

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L’abbazia di San Bernardo di Fontevivo è di fondazione cistercense e nasce come dipendenza diretta della non lontana abbazia di Chiaravalle della Colomba (maggio 1142) da un gruppo di dodici monaci che costruiscono un insieme di edifici attorno a un grande chiostro quadrato. Il terreno, all’epoca disabitato e paludoso a causa di numerosi fontanili (da qui il nome di “Fons vivus” – Fontevivo), viene bonificato. E saranno proprio i Cistercensi a dare avvio ad ampi lavori di bonifica della pianura circostante, trasformati in pascoli per l’allevamento bovino essenziali per la produzione del formaggio Parmigiano.

Attorno alla fine del XII secolo la chiesa è ricostruita sull’attuale impianto basilicale. Nel XVIII secolo la giurisdizione spirituale sul monastero passa all’abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma e nel 1892 il luogo di culto è trasformato in parrocchia. Nel 1987 l’ex abbazia viene acquistata dal Comune di Fontevivo che ne avvia il recupero.

La chiesa di San Bernardo ha un impianto basilicale a tre navate, con un ampio transetto dotato di due cappelle laterali per parte e un coro quasi quadrato a est. La facciata presenta sopra l’ingresso un affresco della fine del XVII secolo raffigurante San Bernardo di Chiaravalle sormontato da un grande rosone con raggiera di colonnine. Più in alto, una fascia orizzontale di archetti precede una piccola finestra a forma di croce.

Nella chiesa le navate sono separate da una serie di arcate a tutto sesto, sostenute da massicci pilastri. Una nicchia a lato della navata destra ospita una Madonna col Bambino in pietra policroma risalente al XII secolo e attribuita a Benedetto Antelami. Il presbiterio presenta l’altare in pietra di Saltrio realizzato nel 2014 dallo scultore Paolo Borghi. Il paliotto è costituito dall’antico ripiano del retrostante altare maggiore.

Nel transetto sinistro si trova la pietra sepolcrale in marmo rosa di Verona di Guido Pallavicino, cavaliere templare morto nel 1301 e il sepolcro in marmo bianco e verde di Don Ferdinando di Borbone, Duca di Parma dal 1765 al 1802 morto proprio a Fontevivo, opera dell’architetto spagnolo Francesco Lopez. Nell’arca è racchiuso il corpo del Duca, mentre il cuore è conservato nella cripta della chiesa della Steccata, con gli altri Duchi di Parma.

Sulla destra della chiesa si erge il complesso dell’abbazia. Un grande portale conduce al portico interno con arcate a tutto sesto dove si apre il neoclassico chiostro con pozzo centrale. All’interno al piano terreno si apre sul porticato la Sala del Refettorio, ora trasformata in ristorante. Al loggiato del primo piano, le due antiche camerate di San Luigi e San Filippo, con le celle dei monaci ora stanze dell’albergo. La sala comune dell’ala di San Filippo ospita il piccolo Museo delle Fisarmoniche, 28 strumenti del XIX e XX secolo, dove è anche una fisarmonica appartenuta al musicista Gigi Stok al quale il museo è intitolato. Accanto, l’ex cappella neoclassica del duca Ferdinando, ora sala convegni.